Artists of Note
3 ARTISTI INTERPRETANO 3 ICONE
Una manifestazione del nostro amore per la creatività, l'artigianato ed il legame umano che nasce tra il profumiere e l'indossatore: il progetto Artists of Note unisce tre artisti inglesi a tre delle nostre fragranze più iconiche. Ogni profumo viene descritto da un artista ed espresso attraverso la sua visione ed i suoi mezzi di comunicazione unici e creativi.
Incontra gli artisti mentre descrivono le loro creazioni, espressioni e testimonianze del potere multisensoriale del profumo. Scopri le conversazioni tra artista e profumiere ed acquista le fragranze.
Introduzione a Nicholas Daley
Lo stilista londinese interpreta la nostra icona legnosa-agrumata, creata dal maestro profumiere Jacques Chabert, attraverso modelli esclusivi influenzati dalle sue origini giamaicano-scozzesi.
Nicolas Daley Interpreta
Re-Charge Black Pepper
"Questo proviene dal Gambia, questo da Los Angeles, questo dal Pakistan..." Nicholas Daley parla al maestro profumiere Jacques Chabert del suo assortimento di anelli: una conchiglia di ovulo, un gobstopper turchese, fasce d'oro e d'argento. Non un miscuglio ma un'attenta selezione, simbolo della moltitudine di influenze da cui trae ispirazione per le sue collezioni di abbigliamento maschile. Ex allievo della Central Saint Martins, lo stilista Daley ha trascorso l'ultimo decennio a costruire il suo marchio, cercando di riflettere attraverso i suoi pezzi, spesso tartan e lavorati a maglia, la sua storia personale e grandi temi come l'immigrazione ed i movimenti subculturali. "Sento che tutto ciò che faccio riguarda molto chi sono e cosa rappresento sia dal mio lato scozzese che da quello giamaicano", spiega. "Per questo motivo attingo da quei luoghi e legami ancestrali, che ritengo in qualche modo senza tempo. Alcune delle aziende e dei laboratori con cui lavoro producono scarpe o tessuti fatti a mano da oltre cento anni. Mi piace molto lavorare con questa mentalità: trovare qualcosa o usare archetipi molto distintivi per poi conferirgli una nuova energia ed identità".
Quando la moda incontra la fragranza
La dedizione a mettere in luce la sua storia e la sua abilità artigianale consentono a Daley di estendersi oltre il mondo della moda e di entrare nella musica, nelle arti, nella cultura e persino nel profumo. Le sue collaborazioni con nomi del calibro di Fred Perry, Mulberry, il V&A Dundee e il Southbank Centre, per citarne alcuni, lo rendono un candidato ideale per Artists of Note e per interpretare le rinvigorenti note legnose e agrumate di Re-charge Black Pepper, una fragranza che, per pura coincidenza, possiede note direttamente collegate all'eredità culturale di Daley. "È davvero interessante vedere che adesso il mio lavoro e la mia visione possano parlare anche al di fuori del contesto di una sfilata", afferma mentre chiacchieriamo nel suo studio a Tottenham, nel nord di Londra. "Penso che sia importante non essere sempre circoscritti al mondo della moda, che a volte può sembrare vuoto e senz'anima".
Daley parla con passione di un senso di "connessione" e di "influenza creativa reciproca" con i suoi collaboratori - una sintesi perfetta del concetto di Artists of Note, dove è stato messo in relazione e a confronto con il Maestro Profumiere Jacques Chabert, un fiero innovatore ed un partner di lunga data di Molton Brown. Per la squadra e per i creativi stessi, l'incontro tra i due artisti è un momento unico: si percepisce calore e rispetto per le rispettive vocazioni; così come un amore condiviso per l'artigianato che incornicia la loro conversazione. Re-charge Black Pepper e la sua interpretazione da parte di Nicholas, che spazia dai ricordi d'infanzia, all'artigianato, alla violazione delle regole classiche, rappresentano un incontro di menti che vedono il profumo attraverso la lente di eredità, famiglia e vita.
Introduzione a Gala Colivet Dennison
La designer di gioielli e testimonial di Vogue intepreta la fragranza intensa e opulenta creata dal profumiere senior Philippe Paparella attraverso un'opera d'arte indossabile, fedele alla sua estetica forte e scultorea.
Gala Colivet Dennison
Interpreta Rose Dunes
Un maggio caldissimo e senza precedenti, un magazzino trasformato in appartamento, diventato uno studio e fittissime chiacchere su sabbia, fuoco e fiamme. Ad alcuni potrebbe sembrare intenso, ma l'incontro della designer di gioielli Gala Colivet Dennison con il profumiere Philippe Paparella si è trasformato in un melting pot sensoriale grazie al profumo di zafferano e patchouli diffusi nello spazio. I due creativi sono qui per parlare di Rose Dunes: una fragranza opulenta, speziata e sofisticata, ideata da Paparella, e dell'interpretazione di Colivet Dennison attraverso la sua arte. Dal punto di vista atmosferico, sensoriale e creativo, è un momento di pura perfezione.
"Percepisco una grande nostalgia all'interno del mondo delle fragranze. Mi trasportano sempre in un tempo a cui riesco a pensare non appena ne indosso una. Le vivo come un accessorio", dice la star di Vogue mentre ci sediamo nello studio dell'amico del suo ragazzo, preso in prestito per ospitare una selezione dei suoi gioielli e alcune significative creazioni per lo shooting. Originariamente scultrice prima di dedicarsi al design di gioielli, Colivet Dennison ha trascorso i suoi anni di formazione in Francia con i suoi genitori antiquari, il che non solo ha avuto un grande impatto sul suo lavoro - un matrimonio tra metalli duri e pietre naturali dai colori intensi - ma anche sul suo rapporto con il profumo. "Crescendo in Francia, molte donne indossavano fragranze potenti e dal profumo intenso", ricorda. "C'erano molte fragranze alla vaniglia, che ricordo molto vividamente. Quindi sono sempre stata attratta da qualcosa di molto opluento e potente. Lo sento davvero con questo profumo".”
Quando la gioielleria incontra la profumeria
Rose Dunes è sicuramente speciale. Creato dal profumiere senior Philippe Paparella, le sue note di zafferano, rosa, patchouli Sulawesi e accordo Oudh sono una diretta evocazione dei ricordi familiari di Paparella: la rosa del deserto della nonna, le esperienze e i viaggi in Medio Oriente. "Mia nonna ha vissuto in Algeria per alcuni anni. E quando è tornata in Francia, aveva questo cristallo", spiega. "Adoro la storia su come si è formato e da dove proviene. È un mix di sabbia e selenite, che si forma nel deserto con il calore, il vento e la pioggia. È davvero bello e cattura il colore del deserto". Quando si è trasferito a Dubai, Paparella ha immediatamente ricercato le stesse condizioni che formano la rosa del deserto. "Solo immaginare come è stata creata è ciò che ha nutrito la mia immaginazione quando ho ideato la fragranza".
E quindi, calore, sabbia e, naturalmente, fuoco e fiamme. Colivet Dennison descrive il suo mestiere come "un processo molto fisico. Può essere fisicamente molto doloroso. Ma quando sto saldando - ovvero quando le fiamme entrano in gioco - è in un certo senso l'ultimo elemento che lega tutto insieme e c'è qualcosa di stranamente meditativo in questo". La fisicità del suo mestiere si presta perfettamente a un'interpretazione intuitiva del profumo, che è esattamente ciò che ha creato. "È stata principalmente una risposta viscerale a come Philippe stava descrivendo il profumo e a come lo ha creato, e agli elementi di zafferano, sabbia, fuoco e calore. Ho pensato di utilizzare tutti questi elementi nel mio lavoro". E come descriverebbe il suo lavoro? "È in un certo senso aperto all'interpretazione. Ma ci sono diversi elementi di me che in qualche modo evolvono nel tempo e diverse tecniche che sono sicura arrivino via via che la mia personalità cresce e muta. È come se perdessi sempre un pezzettino di me stessa".
Introduzione al Dottor John Cooper Clarke
Un'icona a pieno titolo, l'autoproclamato poeta punk ha tradotto Coastal Cypress & Sea Fennel - il nostro bestseller marino della profumiera senior Carla Chabert - in una poesia evocativa scritta e recitata nel suo caratteristico stile ritmico.
John Cooper Clarke Imagina
Coastal Cypress & Sea Fennel
John Cooper Clarke sta parlando del dentista. Sta rammentando un ricordo d'infanzia di una fragranza, della sua casa che si trovava sopra ad una farmacia, e del profumo di una certa droga illecita utilizzata come anestetico. "Sembrava l'odore di un dentista. E a quei tempi, i dentisti usavano effettivamente la cocaina [come anestetico], piuttosto che la novocaina. Quindi, l'odore di una farmacia mi riporta davvero a casa".
Quando la Poesia incontra la Profumeria
Guardo il team dietro le telecamere. Non possiamo certo parlare di questo. Eppure lo sta facendo. Tutto questo è perfettamente indicativo della capacità dell'autoproclamato poeta punk di tenere banco su praticamente qualsiasi argomento scelga, intrecciando l'oltraggioso, l'irriverente e il comico con riflessioni più serie sulla sua arte e sui suoi oltre 40 anni di attività, se si può chiamare la poesia un'attività, ovviamente ("C'è sempre qualcosa di meglio da fare che scrivere una poesia. C'è sempre qualcosa di più utile o vantaggioso"). Nato nel 1949 a Salford, Greater Manchester, Cooper Clarke è una di quelle personalità di cui si può dire con un certo grado di certezza che ha visto di tutto. C'erano i giorni Mod degli anni '60: "La colonia preferita dagli uomini all'epoca era Acqua di Selva. Blu, in una specie di bottiglia di vetro. Quella e Old Spice", nel caso ve lo steste chiedendo. Ha lavorato nella scena poetica intorno a Manchester. Apparizioni accanto ai Joy Division, ai Sex Pistols e ai Fall. Tour, libri, quiz televisivi comici. E quella canzone degli Arctic Monkeys, una versione svenevole e indie-fied della poesia omonima di Cooper Clarke del 1982. Che, abbastanza ironicamente, si rivela essere un filo rosso che collega i nostri collaboratori: la profumiera Carla Chabert - lei stessa una specie di artista poliedrica, con interessi nel cinema e nella fotografia - è una grande fan degli Arctic Monkeys e si presenta sul set con una delle loro magliette dell'ultimo tour.
E la musica non finisce qui. Cooper Clarke e Chabert trascorrono il tempo tra divagazioni sui rispettivi mestieri, ricordi dell'estate, della costa e del potere del profumo e discutono di cantanti francesi sconosciuti e album preferiti. In questi momenti, se non lo sapessimo, si potrebbe dire che si conoscono da anni, anche quando Carla ammette di aver comprato uno dei libri di Cooper Clarke solo un paio di giorni prima. "È molto bello, poetico", dice. "Non ti conoscevo allora, ma potevo già sentirti declamare questi versi. Ciò che amo di più della tua poesia è il gioco di parole, il ritmo e l'uso delle rime". Non sembra esserci molto in grado di fermare le parole del "maestro delle parole", ma in questo momento, solo per una frazione di secondo, accade.